Un autoritratto
2007 Bologna spazio campo

veduta dell’installazione

autoritratto, 2006/2007, olio su rame, 60x100cm ciascuno

autoritratto, 2006/2007, olio su rame, 40×50 cm
Un autoritratto
Se oggi ripenso al calmo fluire dei corpi immersi in acqua visti in un video di Bill Viola dedicato a Tristano e Isotta, ed al suo dichiararsi pittore di fronte alla tradizione, o ai corpi dormienti proiettati dallo Studio Azzurro sul pavimento di una Biennale, non riesco a non leggere queste ultime pitture di Giovanni Blanco come i fotogrammi di un video, il cui lento scorrere obbliga a protrarre l’osservazione oltre i tempi veloci del consumo. Rispetto a suoi recenti dipinti, pur colmi di frammenti di storia, ecco dunque percorso l’intero periplo della questione, se nella rovesciata contaminazione della pittura egli sembra invece ora acerbamente riscattare una forma avvenente e compiuta, ma anche una tecnica virtuosa e una via espressiva, che l’oggi accetta solo quando è proposta attraverso mezzi digitali, oppure, in pittura, da uomini d’altra generazione, ma che altrimenti viene relegata subito lontano dal cuore contemporaneo dell’espressione se è un giovane ad offrirla.
In quest’opera invece la semplicità abbaglia, e nelle sei lastre di rame che la compongono, dipinte con sapienza antica nei mesi dell’inverno, è come se Giovanni avesse lentamente filmato il suo sonno e i sogni e i pensieri e il dibattersi in essi lungo una stagione di contrasti, ed ora, una volta scritti sul proprio corpo, ce ne offrisse interamente il brivido umanissimo e l’affanno, costruendo così un articolato e complesso autoritratto della propria metamorfosi.
Carlo Falciani