Temporale
2017 Faenza casa giorgio fiumi

giovanni blanco

Particolare da Giorgione – La Tempesta, 83×73 cm, 1502/1503,  Gallerie dell’Accademia Venezia

giovanni blanco

Senza titolo, acrilico su cartone, cm 20×25, 2015-2016

giovanni blanco

“Bivio” (veduta complessiva del progetto)

giovanni blanco

Stanza n° 1

giovanni blanco

giovanni blanco

Stanza n° 2

giovanni blanco

giovanni blanco

giovanni blanco

giovanni blanco

Giovanni Blanco

 

Temporale
Temporale è il titolo del progetto espositivo pensato appositamente per la casa del collezionista Giorgio Fiumi.
L’origine del temporale ci proietta inevitabilmente indietro nel tempo, a quando gli uomini, prima ancora della parola e della scrittura, scomodavano ora demoni, ora divinità colleriche, magie e credenze capaci di destabilizzare e, al contempo, orientare la loro esistenza. Tuttavia, tralasciando storie così remote, sappiamo quanto il sapere scientifico oggi abbia contribuito alla conoscenza di questo fenomeno atmosferico, svelando e descrivendo chiaramente la sua origine, i suoi sviluppi e i suoi effetti.
I meteorologi, infatti, ce lo descrivono come uno dei momenti più violenti e più diffusi in termini energetici presenti nel cielo, associando ad esso: formazioni di ghiaccio, forti turbolenze, fulmini, tuoni, variazioni di pressione, correnti ascensionali.
Un elenco di fattori che la poesia, la letteratura, la musica -l’arte tutta- hanno reso perspicuo, con l’idea di allargare e potenziare, per metafora e traslazione, il proprio portato espressivo.
La mostra è strutturata in due stanze e si accosta idealmente alla rappresentazione del temporale. Nella prima stanza troviamo un cospicuo nucleo di carte dipinte e disegnate (prove, bozzetti, lavori compiuti e fallimenti), dalle tonalità che vanno dal nero al grigio, fino a raggiungere il chiarore del bianco: una successione di forme legata al tema del corpo, dell’animale e dell’organico, che si espande nello spazio come fosse una grande nube; nella seconda, invece, rispondendo all’accumulo di carte sopra evocato, vi è la presenza di sei piccole teste dipinte ad acrilico, tutte caratterizzate da un cromatismo a tratti esasperato, sfaccettato e ironico, in dialettica con il concetto di luce, di iridescenza e di rifrazione. Osservando bene queste ultime opere, si capisce come esse non aderiscano a gesti programmatici o a dinamiche di controllo della forma: è come se i soggetti fossero attraversati da un vento primitivo in grado di far vorticare il colore, i segni, restituendoci una pittura inquieta, per quel turbinio di pennellate che talvolta ci sembra far franare l’immagine, ma che tuttavia sentiamo sorretta da una robusta impalcatura estetica attorno al discorso sull’uomo.
Questo è il tentativo di generare delle dinamiche e dei contrasti che puntino alla dialettica dei contrari, alludendo a tutte quelle forze interne e invisibili che prendono spinta dal basso verso l’alto e viceversa, proprio come accade durante la formazione di un temporale: un fenomeno emblematico che sento straordinariamente in contatto con l’esperienza dell’arte, quando alcune urgenze espressive chiedono all’artista il bagliore abbacinante e il tumultuoso divenire della rappresentazione.
Pertanto, ciò che con questo lavoro mi interessa stabilire, e allo stesso tempo rilanciare simbolicamente, è quanto dall’informe e dal caos possa generarsi, per un’apertura dei significati che sappiamo essere in continua evoluzione, perché legata al divenire della natura, dell’individuo, della storia, del tempo.

Giovanni Blanco

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