Inventario varoli – della copia e dell’ombra
2021 Cotignola museo varoli

un progetto di Massimiliano Fabbri

artisti coinvolti:

Marco Andrighetto | Lucia Baldini | Cesare Baracca | Mirko Baricchi | Angelo Bellobono | Elisa Bertaglia | Marco Bettio | Valentina Biasetti | Giovanni Blanco | Francesco Bocchini | Lara Ilaria Braconi | Simone Brandi | Michele Buda | Valeria Carrieri | Jacopo Casadei | Sabrina Casadei | Daniele Casadio | Luca Coser | Rudy Cremonini | Valentina D’Accardi | Giulia Dall’Olio | Vittorio D’Augusta | Barbara De Vivi | Lorenzo Di Lucido | Chiara Enzo | Massimiliano Fabbri | Alice Faloretti | Elisa Filomena | Sabrina Foschini | Barbara Fragogna | Giuliano Guatta | Domenico Grenci | Andrea Grotto | Elena Hamerski | Giovanni Lanzoni | Sarah Ledda | Susana Ljuljanovic | Beatrice Meoni | Enrico Minguzzi | Elisa Muliere | Matteo Nuti | Stefano W. Pasquini | Ettore Pinelli | Luca Piovaccari | Massimo Pulini | Denis Riva | Chris Rocchegiani | Giulio Saverio Rossi | Marco Salvetti | Amandine Samyn | Alessandro Saturno | Thomas Scalco | Marta Sesana | Enrico Tealdi | Silvia Vendramel | Rosario Vicidomini | Marco Zanella | Giulio Zanet | Luca Zarattini

 

Dall’inventario Varoli, olio su tavola, cm 22×20, 2020

Dall’inventario Varoli, tecnica mista su carta, cm 50×35, 2020

Dall’inventario Varoli, tecnica mista su carta applicata su tavola, cm 42,5×32,5, 2020

Dall’inventario Varoli, tecnica mista su carta, cm 38×34,5, 2020

Dall’inventario Varoli, tecnica mista su carta, cm 39×29, 2020

 

Inventario Varoli

Durante i mesi di luglio, agosto e settembre, dentro e intorno alla mostra-deposito Inventario Varoli, visibile al piano terra di Palazzo Sforza, il museo organizza una serie di incontri in cui ospita piccoli gruppi di artisti che si ritrovano, per un paio di giorni, a lavorare e confrontarsi mentre disegnano o dipingono pezzi sparsi, frammenti, particolari e dettagli tratti da questo archivio, una foresta di oggetti e piccole sculture appartenuti al maestro cotignolese del primo Novecento. Un momento di condivisione e scambio fra gli artisti che il museo stimola e accoglie, e che parte dalle collezioni offrendo nuovi punti di vista e prospettive sulle stesse: all’artista il compito di inoltrarsi, orientarsi e fare luce nella stratificazione di presenze, fantasmi e memorie, attraverso un’esplorazione che si affida alla pratica, artigianale e imperfetta, del disegno e pittura. Una restituzione che passa perciò anche dall’errore.                                                                                                               Un processo di traduzione e invenzione in cui l’artista invitato è insieme, pur se per un breve tratto, ad altri compagni di viaggio, in un rapporto che immaginiamo intimo e raccolto, tra le persone, le cose e i luoghi. Ciò che sarà prodotto in queste giornate di lavoro andrà a formare una mostra in divenire che sarà allestita al secondo piano di Palazzo Sforza e che rappresenta una sorta di doppio o eco di quanto esposto al piano terra. Qualcosa di simile a una quadreria. O a una mappa. Arcipelago e costellazione. Un sistema di relazioni mutevole e in movimento, a cui si aggiungeranno, di volta in volta, nuovi innesti, arrivi e presenze ad espanderlo, infittirlo, arricchirlo. Come ramificazioni. O incastri mancanti. Un allestimento aperto che procede con un andamento simile a una crescita vegetale, in cui convergono tutti gli autori che nei tre mesi si sono misurati con questo secondo sguardo. E che si precisa nel tempo e nello spazio, acquisendo e accumulando opere e giorni, procedendo con un andamento abbastanza casuale che si chiuderà a inizio ottobre con il raggiungimento della sua forma definitiva. O ultima. Una mostra che innesca quindi un cortocircuito labirintico con l’inventario da cui trae spunto, specchiandolo e riflettendolo attraverso l’atto della copia; quasi un cambio di pelle: la concretezza degli oggetti e sculture si rovescia nell’astrazione e bidimensionalità della pittura e disegno. Il pubblico potrà assistere ai momenti di lavoro dal vero e alle fasi di allestimento attraverso prenotazioni e visite.

Inventario Varoli  è una mostra e al tempo stesso un deposito che parte dallo spostamento delle raccolte custodite nella casa-studio dell’artista cotignolese, collezioni che era necessario collocare altrove per l’inizio di una ristrutturazione che permetterà di ampliare questa sede del museo. Una mostra che si distribuisce e ordina su di una lunga fila di tavoli allestiti al piano terra di Palazzo Sforza, e un deposito che non si limita alla sua condizione sonnambula di attesa, nascondimento e sospensione, ma che rilancia questa sua condizione di stasi assumendo una forma precisa, visibile e pubblica, che è disegno, mappa e idea del mondo. Un archivio consultabile in forma di allestimento temporaneo, che permette nuovi sguardi e altri punti di vista sulle collezioni, innescando nuove relazioni e congiunzioni tra gli oggetti stessi, e anche tra gli oggetti e lo spazio che li accoglie. Inventario Varoli  è infine uno dei nostri primi movimenti, una prima risposta e reazione alla crisi con cui fare i conti: un’idea di museo che decide di ripartire ancora una volta dalle sue collezioni e raccolte, ripensandole e ripensandosi.

Massimiliano Fabbri